La vera storia di Babbo Natale.

Di storie su Babbo Natale ne esistono tante, tutte di grande interesse però lui è, e rimane il simbolo universale del Natale moderno nel mondo occidentale.

babbo natale
La vera storia di Babbo Natale.

Dai rimedi  della nonna: La vera storia di Babbo Natale.

Babbo Natale è famoso in tutto il mondo per la sua gentilezza nel fare regali ai meno fortunati, ed è conosciuto come la persona che lasciava dell’oro attraverso i camini della gente e a volte all’interno di una calza. Io rimango sempre affascinata dalle storie fantastiche e questa di Babbo Natale mi è rimasta nel cuore fin da bambina e spero di essere riuscita a trasmetterla anche a mia figlia nel periodo della sua infanzia.

E’ una bella storia, legata anche a molte leggende e con questo post “La vera storia di Babbo Natale” voglio proprio raccontarvela, mancano pochi giorni a Natale ed è bello conoscere la storia di quest’uomo che ha tanto fatto e fa ancora oggi, sognare milioni di bambini in tutto il mondo.

Babbo Natale è conosciuto con tanti nomi diversi, ma il suo nome originariamente era San Nicola. Gli storici affermano che la storia di Babbo Natale ebbe inizio con la tradizione di San Nicola, un prete cristiano del ‘500 che visse in Medio Oriente, in una regione conosciuta oggi come Turchia. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo e forse partecipò al Concilio di Niceanel nel 325. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. Ma più tardi vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt’ora conservate e di cui divenne il santo protettore.

Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze.

La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito, la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov’erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie.

In altre versioni posteriori, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. In ogni caso San Nicola divenne nella fantasia popolare “portatore di doni”, compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre (S. Nicola, appunto) o addirittura nella notte di natale.

Il nome olandese del santo, Sinter Klass , venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus (abbreviazione di Sanctus Nicolaus) , la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale. Il successo fu immenso e lui, con i nomi di Santa Klaus, Father Christmas, Papa Noèl, Weithnachtsmann, Babbo Natale, diventò il più amato portatore di doni e regali in tutto il mondo.

A noi piace ricordarlo così vecchio con la sua lunga barba bianca, ma giovane nel entusiasmo, paterno, con il suo vestito rosso, ornato di pelliccia e il suo inconfondibile berretto che ricorda quello degli gnomi Ci piace pensare che voli nel cielo su di un carro volante pieno di regali e doni natalizi, o meglio di una slitta trainata da renne. Babbo Natale è buono e tollerante, non ha carbone nel suo sacco e forse è proprio questo che ci spinge a diventar migliori. Entra misteriosamente dal camino o dalle finestre, provoca un pizzico di batticuore, lascia i regali, fa l’occhiolino e se ne va.

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